Per farvi conoscere questa tecnica ho pensato ad un porta monete , abbinando anche il lavoro con i cerchi in stile giapponese.
Quindi si parte da un cerchio della misura desiderata,
poi si fa una filza tutta intorno a circa 1 cm dal bordo con filo resistente.
Con un cartoncino di 1 cm più piccolo, che uso come sagoma, stiro tirando il filo e affranco.
Poi tolgo il cartoncino tirando dal buco.
Con ovatta di cotone fodero il mio cerchio
Infine inserisco tessuto di colore contrastante e così la base per il mio portamonete è pronta.
Per un portamonete ci vogliono 2 cerchi, una volta pronti bisogna piegare 4 volte per formare un quadrato il più perfetto possibile, poi sempre a mano si fa una filza tutto intorno e si cuce anche la cerniera.
Ora possiamo decorare a piacere gli spazi vuoti con ricami appliquè ecc.
Io ho fatto un piccolo ricamo Shisha con specchietto
inserito, mi diverte molto ,con questo caldo non riesco a dare di più............
Con questo bel vicolo , fotografato a Spello, che evoca frescura vi auguro una buona serata .
Vania
Grazie Vania. Con questa tecnica feci (praticamente mi fu imposto) la mia prima copertina per un'amica senza avere la minima idea di cosa fosse un quilt, cosa fosse il patch e tutto il resto (gennaio 2010).
RispondiEliminaE', praticamente, il "responsabile" di tutto quello che che è successo dopo :))) Prima, quando ero ancora solo una ricamina, non ero neppure lontanamente attratta dal patchwork...ora non potrei più farne a meno.
E'un'idea carina , grazie Vania .Un caro saluto ,
RispondiEliminaAnna
Vania, é uma técnica simples e rápida.
RispondiEliminaParabéns pelas idéias.
Bjo.
Bere
Carissima Vania,
RispondiEliminasono al pc alla ricerca del significato di termini sconosciuti "shisha", nel corso della ricerca trovo un altro termine che mi incuriosisce "kantra", a seguire "quilatatura" . . . . scopro un mondo bellissimo pieno di novità.
Grazie per le immagini di Atri . . . . le attendevo !! e complimenti per l'entusiasmo e la sensibilità con la quale affronta le sue esperienze.
Un caro saluto.
Maria Rosa